

Il Gusto della Tradizione,
la Visione del Futuro
Nel cuore della Campania, tra il Golfo di Napoli e i Monti Lattari, nasce Cantine La Mura, custode di una tradizione vinicola tramandata da tre generazioni.
Le nostre vigne, baciate dal sole e nutrite dal suolo vulcanico ricco di minerali, regalano vini dal carattere inconfondibile. A pochi passi dalle rovine di Pompei, coltiviamo con passione varietà autoctone campane come Caprettone, Falanghina, Aglianico e Piedirosso, esaltando l’autenticità del territorio.
Un lavoro fatto di passione e famiglia
Ogni vendemmia è un momento speciale, un rituale che unisce esperienza, impegno e tradizione. La nostra produzione è frutto di un attento lavoro manuale, dalla potatura alla raccolta, garantendo qualità e autenticità in ogni bottiglia.
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Ma Cantine La Mura è più di un’azienda: è una famiglia. La nostra filosofia si basa su un forte legame con la terra e sulla volontà di trasmettere questa eredità alle generazioni future. Produciamo il vino che vorremmo bere, con cura e dedizione, rispettando l’ambiente e valorizzando la nostra storia.




Guardando al futuro con rispetto per il passato
Oggi, la nuova generazione della famiglia La Mura continua questo percorso con passione, abbracciando nuove tecniche di vinificazione e pratiche sostenibili, ma senza mai perdere di vista l’identità del territorio.
Il nostro obiettivo è far conoscere la ricchezza enologica della Campania in tutto il mondo, portando sulle tavole un vino che sia espressione autentica della nostra terra.
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Ogni sorso di Cantine La Mura è un viaggio nel cuore del Sud, un racconto fatto di sapori, profumi e tradizioni senza tempo.

Sin dai tempi dell’antica Roma, la nostra terra era meta di nobili e facoltosi uomini d’affari. Infatti sull’Ager Stabianus, il territorio compreso tra Castellammare di Stabia e Santa Maria la Carità, sono state sepolte molte ville dell’epoca. Ed in prossimità della nostra azienda vi sono dei reperti di un piccolo tempio eretto alla dea Neda. La leggenda narra che Zeus, innamoratosi di lei, si trasformò in un cigno e si accoppiò con Leda, che generò due uova. Da un uovo sarebbero usciti i Dioscuri, Castore e Polluce, mentre dall’altro Elena e Clitennestra.
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La tradizione mitica è discordante riguardo a quale fosse la progenie divina; secondo alcune versioni i figli immortali di Zeus non sarebbero stati i Dioscuri ("figli del dio"), ma Polluce ed Elena, mentre gli altri due sarebbero figli di Tindaro.
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Da lì l’idea di sottolineare l’amore per questa terra, ricca di passione e saperi di un tempo; come ogni giorno noi ci dedichiamo ai nostri vini.